I cani da compagnia raccolgono numerose razze di origine e conformazione anche molto diversa, accomunati dalla stessa funzione che è la compagnia all’ uomo. La taglia è in quasi tutti questi cani inferiore alla media, per rendere meno impegnativo tenerli in casa.
La struttura morfologica è in genere quella di altri cani da lavoro di taglia più grande miniaturizzata. Selezionando i soggetti di taglia più piccola si è sconfinato a volte nel nanismo, più o meno armonico, e abbiamo animali con occhi grandi e rotondi, in posizione spesso frontale, teste tondeggianti e grandi in proporzione al corpo, denti piccoli e musi corti.
Questo tipo di conformazione si avvicina molto a quella dei cuccioli di tutti i mammiferi innescando istinti innati di protezione e cura. Spesso anche il carattere conserva una conformazione neotenica simile; questi cani conservano comportamenti infantili come la richiesta di attenzioni, la propensione al gioco e lo scarso istinto predatorio. Non avendo mai dovuto lavorare, tendenzialmente non sono particolarmente addestrabili (fanno eccezione i barboni), e nemmeno possiedono repertori lavorativi istintivi (come per esempio Terrier e bassotti).
Abbiamo lupoidi, Spaniel e molossoidi di piccola taglia: versioni ridotte dei fratelli maggiori che ne riprendono parzialmente anche le caratteristiche attitudinali. I cani con conformazione braccoide, anche se ridotti ad una taglia nana, magari con gambe corte, sono per esempio Bichon, Bolognesi, Maltesi, e i barboni stessi (in tutte le varianti di taglia). Sono molto reattivi, con una certa tendenza alla vocalizzazione di allarme, dotati di un alto livello di attività generale e ben addomesticato.
I cani di origine orientale come Pechinesi, Shih-Tzu, Lhasa Apso, Chin Giapponese e Spaniel Tibetano sono sempre molto reattivi, specialmente agli stimoli sonori, ma hanno un livello di attività generale più basso (specialmente Pechinesi e Shih-Tzu). I molossoidi di piccola taglia come Carlino, Bouledogue francese e Boston Terrier sono decisamente più pigri e poco reattivi anche se possono avere una maggiore propensione al confronto con gli altri cani (derivano pur sempre da mastini). Vicini ai piccoli molossi, con cui probabilmente dividono le origini, i Griffoncini belgi in tutte le varietà di mantello: sono appena più reattivi dei mini mastini. I piccoli Spaniel da compagnia (Cavalier e King Charles) riprendono il piacevole carattere docile e arrendevole degli antenati da caccia, sono poco reattivi, poco attivi e poco competitivi. Al di là delle caratteristiche morfologiche, influenzate dal senso estetico dei selezionatori originari indipendentemente dalla loro funzionalità, i cani da compagnia sono frutto di un processo di selezione molto condizionato dalla loro conformazione comportamentale.
I comportamenti sociali, in particolare verso l’ uomo, sono sempre stati fondamentali per la soddisfazione del proprietario che decideva di prendere un cane da compagnia, forse molto di più che non in altri cani prettamente da lavoro. Quando si prendono in esame i cani da compagnia non si può non tenere in considerazione il fatto che molto spesso sono costretti a vivere in un contesto, come quello delle città moderne, estremamente diverso dall’ ambiente in cui si è sviluppato l’ antenato lupo. Le esigenze etologiche della specie sono spesso trascurate a vantaggio di una più o meno consapevole soddisfazione di fabbisogni di socializzazione umani. A volte per vicariare altre carenze relazionali su questi piccoli animali vengono proiettati trasporti affettivi squilibrati.
Questo processo, spesso è accompagnato da una forte antropomorfizzazione, eticamente piuttosto discutibile e può portare ad erronee interpretazioni dei moduli di comunicazione della specie. Le modalità di allevamento di questi piccoli cani, e la loro gestione da adulti, spesso non consentono il corretto sviluppo dei repertori relazionali canini, che hanno sì una base genetica innata, ma richiedono un processo di apprendimento e affinamento. Si possono avere anomalie dei comportamenti sociali intraspecifici, come per esempio quelli sessuali e materni, scavalcate attraverso fecondazione assistita e allattamento artificiale. Viene così consentita la riproduzione di individui biologicamente perdenti perché inadatti alla conservazione della specie.
Fortunatamente, una gestione rispettosa dei periodi sensibili e dei processi di socializzazione intra ed interspecifica, può ancora recuperare repertori profondamente radicati nel patrimonio genetico e un programma di allevamento responsabile può ottenere individui adatti a compiere il loro importantissimo lavoro di compagni. Esattamente come la selezione artificiale ha prodotto per esempio cani da slitta fisicamente e psichicamente conformati per affrontare al meglio il traino, un analogo processo di incroci programmati ha ottenuto cani adattati all’ ambiente urbano ed al tipo di vita ad esso connesso.
I cani di città difficilmente svolgono lavori impegnativi, anzi nel corso della giornata non hanno quasi mai niente da fare; spesso il cane trascorre la maggior parte del tempo in presenza di qualcuno, ma senza avere particolari interazioni o collaborazioni. Un compagno cittadino ideale non deve essere particolarmente reattivo e non deve rispondere negativamente ad un contesto monotono o povero di stimoli e interazioni.
Il naturale bisogno di svolgere attività collaborative o avere interazioni sociali, se non soddisfatto può essere sostituito con comportamenti indesiderabili sia di tipo produttivo che di tipo depressivo. Costringere ad una vita di inattività un cane da lavoro è una decisione che dovrebbe essere profondamente ponderata (e se possibile evitata), al contrario si può ipotizzare che un cane da compagnia possa trarre un livello accettabile di benessere da qualche breve passeggiata e da un cuscino di fianco alla scrivania del padrone.