Facciamo un po’ di chiarezza sulla differenza fra cani da guardia e cani da difesa nelle loro particolarità di motivazioni, vocazioni e attitudini, cercando di descrivere le origini e le caratteristiche.
Le motivazioni nel cane sono tendenze innate, orientamenti, interessi che spingono il cane a mettere in atto determinati comportamenti, per semplificare molto possiamo dire che siano i target che il cane ricerca nel mondo, per i quali è disposto a spendere di più, ciò in cui è più bravo e che lo attiva maggiormente. Sono 18 e sono presenti tutte in tutti i cani, ma ciascuna in quantità più o meno elevata a seconda del soggetto e della razza di appartenenza.
L’obbiettivo di ciascun proprietario è far sì che il proprio cane abbia un equilibrio motivazionale. Se il cane ha possibilità di esprimere le sue motivazioni prevalenti prova appagamento e gratificazione, se viene inibito nelle sue motivazioni più forti subirà una frustrazione motivazionale, se ciò che fa è inerente solo alla sua motivazione più forte vi sarà una deriva motivazionale. L’equilibrio avviene quando, senza inibizioni né eccessi, ma disciplinando in un set con delle regole, un inizio e una fine, il soggetto ha la possibilità di esprimere una motivazione forte lavorando anche per incentivare quelle controlaterali.
Le 18 motivazioni sono le seguenti:
1. Predatoria: volgersi verso piccoli oggetti in movimento, inseguirli e raggiungerli
2. Territoriale: difendere un territorio o un ambiente circoscritto
3. Protettiva: difendere un membro del gruppo affiliato o un cucciolo
4. Perlustrativa: esplorare un ambiente e crearsi una mappa mentale di esso
5. Esplorativa: analizzare un oggetto nei dettagli
6. Epimeletica: aiutare e accudire un compagno, “fare qualcosa per qualcun altro”
7. Et-epimeletica: chiedere aiuto o lasciarsi accudire da qualcuno
8. Competitiva: confrontarsi con un compagno, gareggiare contro di lui per una risorsa
9. Di ricerca: cercare oggetti nascosti
10. Di corteggiamento: attrarre un partner sessuale e accoppiarsi
11. Cinestesica: fare movimento, correre, saltare
12. Somestesica: provare appagamento nell’esplorazione del proprio corpo
13. Collaborativa: fare attività con il partner, concertarsi in attività di gruppo
14. Possessiva: mantenere il possesso di un oggetto
15. Comunicativa: esprimere il proprio stato posizionale, comunicare qualcosa ad un simile
16. Affiliativa: far parte di un gruppo ristretto dove ognuno ha un ruolo
17. Sillegica: raccogliere oggetti per portarli in tana o in un nascondiglio
18. Sociale: tendenza a ricercare l’incontro e a relazionarsi con altri cani
Le vocazioni sono ciò a cui è interessato il soggetto, gli ambiti in cui tende a giocare e sono frutto della combinazione di diverse motivazioni.
Le attitudini sono gli elementi di cui dispone ciascun soggetto per esprimere la propria vocazione.
I cani pastori guardiani degli armenti (a cui appartengono, tra gli altri, le razze: Maremmano, Abruzzese, Asia Centrale, Caucaso) fin dalla quarta settimana di vita avevano il compito di stare a contatto con il gregge, senza contatti con umani o altre specie, e difenderlo da eventuali intrusi o predatori. All’arrivo di estranei minacciano avanzando, scattando in avanti ed eventualmente attaccando. I cani appartenenti a questo gruppo hanno per questo una forte motivazione territoriale e un assetto diffidente. Essi hanno una grande vocazione a difendere il territorio, autonomia decisionale e una bassa vocazione a collaborare con il conduttore.
Il Pastore Tedesco, ai giorni nostri cane da guardia chiuso in giardino giorno e notte per antonomasia, ha sempre affrontato un doppio lavoro di guardiano e conduttore delle greggi. Esso ha un’alta motivazione territoriale, protettiva e affiliativa (collabora volentieri con l’uomo a differenza dei guardiani degli armenti, vista la sua duplice natura anche da conduttore) e risulta un ottimo guardiano delle proprietà private in quando ha una forte vocazione a difendere i confini tenendo lontani eventuali intrusi. Proprio per questo motivo, se un pastore tedesco, come altre razze appartenenti a questo sottogruppo, passa la vita a guardia di un giardino senza che mai gli vengano proposte altre attività che possano aprire cornici verso motivazioni controlaterali a quella territoriale potremmo far fronte ad una deriva motivazionale che porterà il soggetto ad attuare comportamenti di allontanamento verso chiunque voglia entrare nella proprietà che strenuamente e incessantemente il cane difende, anche se vi è consenso all’entrata dell’estraneo da parte del proprietario del cane e anche, a volte, verso il proprietario stesso.
Nel caso di un maremmano con una deriva motivazionale, a differenza della difficoltà ad entrare nella proprietà anche su consenso del proprietario se ci troviamo di fronte ad un pastore tedesco, potremmo avere qualche difficoltà ad uscirne (il suo compito era di controllare il gregge, se un componente che ormai fa parte del gruppo affiliativo vuole allontanarsi, lui si oppone).
Parliamo ora dei Cani guardiani dell’uomo, in questo gruppo troviamo, tra gli altri, Lo Schnauzer, il Dobermann e il Pinscher. Essi erano cani da caccia selezionati per eliminare i topi dai granai e dalle scuderie, diventati con il tempo cani da difesa. La base di partenza del Dobermann è stata il Pinscher (che ha origini preistoriche), ed è stato selezionato con caratteristiche di coraggio, tempra e amore incondizionato verso il conduttore che difende strenuamente e a cui si lega con un rapporto viscerale. I cani guardiani dell’uomo hanno alta motivazione protettiva, affiliativa e territoriale ed, esclusi alcuni Dobermann insicuri, hanno tendenzialmente assetto emozionale sicuro. La loro vocazione è quella di difendere e segnalare gli intrusi.
Nel gruppo dei Molossi, tra gli altri, abbiamo il Rottweiler, il Dogo Argentino, il Cane Corso, il Mastino Napoletano, il Dogue de Bordeaux, il Bullmastiff, il Boxer, il Fila Brasileiro. Il loro compito originariamente era di combattere in guerra contro i nemici appiedati e i loro cavalli, oltre che in spettacoli circensi contro le fiere. Venivano anche utilizzati in caccia di grossa selvaggina. I cani appartenenti a questo gruppo hanno alta motivazione protettiva, territoriale, affiliativa. Erroneamente vengono spesso indicati in questo gruppo anche i Pit Bull e Amstaff che sono Terrier di tipo Bull e non Molossi. Il Rottweiler ha un atteggiamento molto protettivo nei confronti degli affiliati del suo gruppo e prova appagamento nel condividere la sua vita affianco dei membri del suo branco.
Per ciascuno dei gruppi o razze indicate nell’articolo, è importante valutare quali siano le attitudini e le motivazioni prevalenti, creare un equilibrio, per non creare una deriva motivazionale nel soggetto e incorrere in problematiche comportamentali.