Scuola Italiana Cani Salvataggio – SICS

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Cibo per cane corso
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La Scuola Italiana Cani Salvataggio, è la più grande organizzazione nazionale dedicata alla preparazione dei cani e dei loro conduttori, le così dette Unità Cinofile, il cui obiettivo principale è l’addestramento al salvataggio nautico dei cani di tutte le razze, purché abbiano spiccate doti di acquaticità e un peso superiore ai trenta chili. Per comprendere appieno la loro importanza, si pensi che solo l’Unità Cinofila è in grado di effettuare la rianimazione in acqua, impossibile senza l’aiuto del cane. I cani da salvataggio raggiungono performances notevolissime di potenza e resistenza: un unico cane è capace di trainare un battello con a bordo fino 30 persone, e di effettuare prove di resistenza di nuoto su distanze comprese tra i 300 mt. e i 4 Km in cui cane e conduttore nuotano insieme fianco a fianco per abituarsi alla perfetta sinergia nel lavoro di salvataggio in acqua. SICSLa scuola organizza, unica in Italia, corsi per istruttori, al fine di trasmettere ad altri le esperienze e la professionalità raggiunta in tutti questi anni di lavoro insieme ai cani rilasciando ogni anno, su esame, il Brevetto di Salvataggio S.I.C.S. riconosciuto dal Ministero Trasporti e Navigazione al fine del servizio di salvataggio, in accordo con il comando Generale delle Capitanerie di Porto – MARICOGECAP. Nel 1997 il Brevetto rilasciato dalla Scuola Italiana Cani Salvataggio è stato aggiornato sulla base dell’esperienza congiunta di Ferruccio Pilenga, presidente nazionale della SICS nonché Comandante Unità Soccorso e di Donatella Pasquale, Vice presidente nazionale SICS ed Ufficiale Commissario SICS. La Scuola Italiana Cani Salvataggio è inoltre l’unica struttura a livello europeo ad organizzare annualmente corsi di Elisoccorso per Cani da Salvataggio e collaborare regolarmente nel corso di svariate esercitazioni con tutti i nuclei elicotteristi italiani (Soccorso Aereo Aeronautica Militare Italiana, Guardia di Finanza, Protezione Civile, Carabinieri, Vigili del Fuoco Polizia, Eliwork, ecc.).

DOSSIER: CANI DA SALVATAGGIO

Un viaggio nel mondo dei cani bagnino, tra dimostrazioni spettacolari e lavoro quotidiano, guidati dall’entusiasmo di chi con costanza e determinazione ha riportato in vita gesta leggendarie, per molti definitivamente archiviate in polverose stampe o in aneddoti tramandati da vecchi marinai.

Un antico veliero che solca i flutti trascinato dal vento. Il fervore di 150 marinai che guidano l’imbarcazione con la sola forza delle loro mani, tirando corde, fissando cime e spiegando vele. Poi all’improvviso un’onda anomala, un lamento strozzato ed ecco che il caotico vociare sul ponte si interrompe sovrastato dal grido di “un uomo in mare…”. Lo sgomento, la sensazione di impotenza offuscano le menti dell’equipaggio, ma non la sua, quella di chi impavido e lucido si getta alla ricerca dello sventurato, sfidando l’altezza del salto, il freddo dell’acqua e il turbinio delle onde. La visibilità è bassa e lo sforzo per vincere le correnti grande, ma alla fine il suo intervento strappa al mare l’ennesima vita umana. L’eroe è a quattro zampe, nero, col pelo lungo e folto. Lo chiamano con il nome della sua isola d’origine: Terranova.

Questo lungo incipit romanzesco è uno dei possibili modi per narrare il sogno, cullato per un decennio da Ferruccio Pilenga, di riportare in vita le gesta dei cani da salvataggio nautico. Un sogno che si è trasformato in realtà: sui pontili dello storico veliero Palinuro della Marina Militare, infatti, sono state minuziosamente ricostruite le abitudini di vita dei tanti marinai che nei secoli scorsi veleggiavano da un porto all’altro rassicurati dalla vigilanza dei loro fidi Terranova. Questi animali, guidati dai loro addestratori e ripresi dalle telecamere di Rai3 per il programma “Il Pianeta della Meraviglie”, hanno così potuto rispolverare le loro antiche abilità nelle azioni di salvataggio. Di certo una soddisfazione indescrivibile per il nostro volontario della Protezione Civile Ferruccio Pilenga, che non a caso considera questo evento dimostrativo l’ideale coronamento del lungo lavoro svolto dal suo centro d’addestramento per unità cinofile.

“L´idea di creare una scuola di addestramento cani per il salvataggio nautico e di far riconoscere legalmente l´efficacia delle unità cinofile mi è balenata sulla fine degli anni ´80”, ricorda il tuttora direttore della scuola, che, proseguendo il suo excursus storico, aggiunge: “Di comune accordo, io e i miei indispensabili collaboratori, abbiamo deciso di anteporre a ogni passo successivo un´indagine preventiva sia delle moderne tecniche di recupero adottate dalla Guardia Costiera, sia delle possibili migliorie a queste apportabili mediante l´ausilio dei cani. Così progredendo, abbiamo in primo luogo appurato ciò che l´uomo con i suoi mezzi era in grado di fare, prendendo noi stessi confidenza con gommoni, elicotteri, strumenti di navigazione e di volo. Solo dopo ci siamo concentrati sul cane e sulle sue tecniche di addestramento, avviando la fase più creativa del nostro progetto, quella che ci ha portato a mettere in discussione i precetti della scuola francese per inaugurane una nuova, più attenta a rafforzare il rapporto cane-padrone, e, quindi, più efficace nel creare unità cinofile degne di essere così chiamate.”.

Da allora, da quell´iniziale idea di un volontario della Protezione Civile molto legato alla sua fedele Mas, femmina di Terranova, tanta strada è stata percorsa. Il centro addestramento è nato e si è accresciuto, ponendo prima la sua base a Sarnico sul lago d´Iseo, ed estendendosi poi al resto della penisola con un´altra decina di sedi. L´impegno non ha fatto mancare i risultati e con essi i sostenitori del progetto, tanto è vero che attualmente sui 52 fine settimana presenti in un anno, la scuola ne sfrutta ben 48 per rispondere alle esigenze didattiche di chi vuole conseguire il brevetto per la prima volta e di chi lo vuole rinnovare terminato l´anno di validità. Formazione e aggiornamento, quindi, le due attività portate avanti dai soli trenta istruttori nazionali, che con la loro opera spingono il livello di professionalità delle unità cinofile sugli standard dei tradizionali corpi di salvataggio.

Rispetto ai quali una differenza comunque sussiste: lo stipendio. Chiarisce Ferruccio Pilenga: ” Il normale bagnino fa parte di una categoria pagata e, in quanto tale, utilizzabile solo in quelle spiagge dove il livello di business permette di investire sulla sicurezza. Le unità cinofile, al contrario, sono branche di un corpo volontario e sono libere di prestare ovunque il loro servizio. È per questa ragione che rappresentano un valido complemento per la Guardia Costiera, con la quale rimangono sempre in contatto, segnalando alla locale Capitaneria di Porto il loro raggio d´azione.”.

Queste quotidiane azioni di supporto alle autorità assieme alle dimostrazioni spettacolari ricordate inizialmente potrebbero soddisfare le ambizioni di molti, ma non di chi ha creato tutto ciò partendo dal nulla. “Di recente – rilancia Pilenga – sono stato in Germania per dare man forte alla locale Protezione Civile. La strumentazione e la mentalità delle squadre tedesche sono di certo invidiabili e rappresentano un modello da seguire. Tuttavia, tra le loro fila mancano unità cinofile. Per questo io e i mie collaboratori stiamo organizzando una seduta dimostrativa nel Mare del Nord con una rappresentanza dei nostri esemplari migliori.”.

Nuovi obiettivi, dunque, il cui continuo porsi dimostra la vivacità di un progetto in costante evoluzione, dal fascino sicuramente capace di attirare tanti cinofili. Ma chi può davvero seguire il richiamo del mare? “Chiaramente non può venirmi a trovare il proprietario di un bassotto – risponde ironicamente il direttore – ma un Labrador o un Golden possono ben valere un Terranova. Allo stesso modo non sarà respinto il padrone alle prime armi. Razza del cane e inesperienza del proprietario, infatti, sono tutti e due ostacoli facilmente superabili, laddove vi sia il requisito fondamentale: la voglia di lavorare, di condividere ore e ore col proprio animale, superando in un contesto giocoso le difficoltà di entrambi.”.

Per concludere, non ci resta che augurare a questa particolare scuola il raggiungimento di ulteriori nuovi traguardi, perché sarebbe veramente “buonpernoi” se ogni spiaggia fosse vigilata dai quattro occhi amici di un´unità cinofila.

Silvio Mini
fonte: www.canidasalvataggio.it

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