Per secoli, è stato l’impiego pratico a guidare l’uomo nella scelta dei cani per il lavoro e per la riproduzione, secondo un mix di istinto, esperienza e abilità da artigiano. Parliamo dei cani da guardia, sentinelle preziose in ogni fattoria, casa, proprietà privata per vigilare su beni o vite da proteggere.
Man mano che si affermavano i cani da compagnia e diminuiva l’utilizzo del cane come vedetta, si sentì l’esigenza di ricorrere a impieghi simulati ma verosimili, verifiche pratiche il più possibile obiettive, imparziali ed omogene tali da garantire un risultato attendibile per mantenere e migliorare la selezione.
Fido sotto esame
Nacquero così le prove di valutazione morfologica (esposizioni) separate dalle cosiddette prove di lavoro, per stimare l’aderenza del cane rispettivamente allo standard anatomico e allo standard caratteriale che predispone Fido allo svolgimento di un’attività pratica, ma anche a una convivenza serena con l’uomo. La tradizionale valutazione che assegnava un valore al cane basandosi su un giudizio complessivo che univa virtù fisiche e mentali, ha lasciato così il posto a due grandi categorie di giudizio.
Si colloca in questo contesto l’Utilità e Difesa, o IPO (acronimo di Internationale Prüfungsordnung) disciplina cinofila che ha solo in minima parte una finalità sportiva. Il suo scopo principale è quello di valutare se Fido ha doti naturali adeguate a svolgere compiti di difesa, guardia, vigilanza, militari, di polizia, quindi selezionare i migliori riproduttori a garantire ad ogni singola razza di svolgere al meglio il lavoro per il quale è stata creata, selezionata e migliorata. Pesa il maggior numero di attributi trasmissibili geneticamente per correggere difetti o esaltare pregi nelle linee di sangue allevate.
Le prove da superare
Per certi versi, l’Utilità e Difesa è paragonabile all’equitazione, perché ha per protagonisti uomini e animali che lavorano in sinergia. Per altri versi, è assimilabile alla scherma, alla box o alle arti marziali, perché durante una delle 3 fasi della gara, quella di difesa, uomo e cane si affrontano per contendersi ritualmente una preda: la manica.
Le prove sono suddivise in 3 livelli (Ipo 1, Ipo 2, Ipo 3) cui corrisponde un diverso grado di difficoltà. L’Ipo 3 è il livello più alto. Per ciascuno, il cane deve affrontare 3 prove: Pista, Obbedienza, Difesa,
1) In Pista: buon fiuto e concentrazione. Lungo un percorso tracciato almeno un’ora prima, dove si alternano angoli e tratti dritti, il cane deve seguire orma per orma e segnalare gli oggetti sistemati lungo il percorso. L’esercizio simula la ricerca di un malvivente o di un disperso. Il cane deve seguire il tracciato in modo corretto, dimostrando costanza, concentrazione e determinazione.
2) In Obbedienza: sintonia con il conduttore. Fido deve esibirsi in una serie di esercizi sotto la guida del suo conduttore attraverso una serie di comandi che non possono essere ripetuti più di 3 volte, pena la squalifica. Si valutano precisione, piacere al lavoro, sintonia con il conduttore il quale, a sua volta, deve dimostrare la capacità di controllare e tenere freno le possibili intemperanze del suo amico a quattro zampe
3) In Difesa: velocità e determinazione. La prova di Difesa è la più spettacolare, spesso erroneamente interpretata come manifestazione di aggressività. Ciò che si presenta al pubblico, invece, è lo spettacolo di una contesa, orchestrata teatralmente, dove cane e uomo (il figurante) lottano per contendersi una preda (la manica). L’arbitro di questa contesa è il conduttore che, in coppia con l’amico a quattro zampe, simula la ricerca di un malvivente, la sua cattura e la sua condotta alle autorità. Il cane deve dimostrare temperamento (velocità di reazione), determinazione nell’affrontare e contrastare il figurante ma anche docilità nei confronti del conduttore.
Aggressività sotto controllo
L’Utilità e Difesa offre una formidabile occasione al cane dotato di una forte carica aggressiva: anziché esaltarla, Fido impara infatti a controllarla e a indirizzarla verso un bersaglio preciso ma solo quando è necessario.
Alle gare partecipano i gruppi sportivi delle forze dell’ordine che dispongono di unità cinofile, ma anche conduttori di tutte le età che, attraverso questa disciplina, imparano a capire il carattere del proprio cane e ad acquisire una gestione corretta dell’animale anche nella vita quotidiana. Grazie all’addestramento, i cani selezionati per la guardia e la difesa, svolgono un’attività, ancorché simulata, per la quale sono stati selezionati, ma stringono anche un rapporto fortissimo con l’uomo che li conduce. Attraverso la competizione con il figurante, la coppia uomo-cane riscopre anche quel legame ancestrale di collaborazione che migliaia di anni fa, proprio attraverso la predisposizione di entrambi all’attività di predazione, li fece incontrare a collaborare.
Autore: Federico Torresan
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