Il Malinois da lavoro KNPV – NVBK

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Cibo per cane corso
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Come appassionato di cani da lavoro, soprattutto negli ultimi tempi, mi sono dedicato allo studio di razze molto diverse dalla mia (lo Staffordshire Italiano), sia per accrescere la mia cultura cinofila, sia perché ora mi dedico con passione ad una nuova avventura, ossia la selezione, l’addestramento e la preparazione di buoni cani da difesa sportiva.

Chi si interessa a certe discipline sportive, non può non avvicinarsi a due razze particolarmente utilizzate in questo lavoro, e cioè il pastore Belga Malinois ed ilpastore Olandese. In questo articolo, pur accennando brevemente al pastore Olandese, tratterò in particolar modo del Malinois da lavoro.

IL MALINOIS E LA SUA EVOLUZIONE DA CANE DA PASTORE A CANE DA UTILITA’ E DIFESA:

La razza del pastore Belga nasce, nella sua varietà, alla fine del 1800, ma gli antenati dei cani che oggi siamo abituati a vedere erano allevati e selezionati già da lungo tempo in Belgio. Erano cani da lavoro rustici e funzionali molto variabili tra loro nei caratteri fenotipici (lunghezza e tessitura del pelo, colore, portamento delle orecchie, taglia, ecc), ma che generalmente si presentavano come soggetti di taglia ridotta (40/45 cm al garrese) e con carattere attivo e ben predisposti al lavoro, impiegati come ottimi conduttori e sorveglianti del gregge.

Fu tramite il prof. Adolph Reul, coadiuvato dai fratelli Huyghebaert, che nel 1892 fu redatto il primo standard della razza, standard che purtroppo fu concepito per limitare il pool genetico dei pastori Belgi e non per conservarne la variabilità, ma questo è un discorso molto lungo e che magari affronterò in un altro articolo.

Dal 1892 ad oggi, solo la varietà fulva a pelo corto (Malinois) è stata costantemente selezionata per il lavoro, prima per quello tipico dei pastori del Belgio, cioè la conduzione e la sorveglianza del gregge, poi – per il mutare delle condizioni socio-economiche del paese di origine – sempre più nel lavoro di difesa del conduttore. Questo non significa che le altre tre varietà del pastore Belga (Groenendael, Tervueren & Laekenois) non possano produrre esponenti di valore nel lavoro, ma è evidente che solo nel Malinois – ed in particolar modo nelle sue linee da lavoro – la costanza delle performance e dei risultati sportivi sono selezionate con assoluta priorità rispetto alle vincite in esposizione.

Malinois_KNPVTornando al discorso iniziale, e cioè il Malinois da lavoro, è evidente l’immissione di sangue “Bull” nelle vene di alcune linee di sangue, soprattutto di quelle utilizzate nelle competizioni di KNPV (Koninklijke Nederlandse Politiehond Vereniging), sport che è aperto anche a cani senza il pedigree FCI, tanto che ormai la maggior parte dei cani che vi partecipano non hanno un pedigree “ufficiale”. Nel mondo degli allevatori di “KNPV dogs” è anche abitudine accoppiare tra loro il Malinois da lavoro con il pastore Olandese da lavoro, considerando poi come pastori Olandesi i cuccioli nati con il mantello tigrato, e Malinois quelli con il mantello fulvo: in pratica si utilizza la stessa filosofia promossa dall’Independent Kennel Club, registro che si preoccupa di preservare la purezza vera – cioè quella funzionale – delle razze da lavoro, e non una “purezza” teorica di un documento cartaceo fine a se stesso.

La selezione dei soggetti impiegati nelle competizioni KNPV è arrivata a livelli altissimi, con cani di estrema durezza, combattività, resistenza, potenza di morso e controllabilità, tanto che ormai potremmo definirli una razza a se stante rispetto alle controparti da lavoro registrate FCI. Su questo argomento così si sono espressi Gerben and Monique Kamphuis del famoso affisso Olandese Van Kamphuis Kennels:

“Molte persone ci chiedono quali differenze esistano tra i cani da pastore Olandesi con pedigree FCI e quelli non registrati facenti parte del circuito KNPV. Bene, noi alleviamo solo utilizzando i migliori soggetti nel lavoro, e questi si trovano quasi sempre nelle linee di sangue KNPV senza il pedigree FCI. Così come per i nostri pastori Olandesi, anche per i nostri Malinois utilizziamo soggetti provenienti dalle prove KNPV, ed anche questi cani provengono soprattutto da soggetti senza pedigree FCI. La ragione di quanto accade è semplice, perché è molto più facile trovare un Malinois più adatto alle nostre esigenze nelle linee KNPV che non il contrario”

Ed ancora, senza andare troppo lontano, così scrive sul suo sito Liliana Berruto, allevatrice storica di Malinois da lavoro “FCI” con l’affisso LA MASCHERA DI FERRO:

“Chi pensa che il Malinois da lavoro sia allevato in stretta consanguineità, si sbaglia e non ne conosce certamente l’allevamento! Moltissime monte sono state fatte con cani di società non riconosciute e quindi sui certificati dovevano comparire altri nomi!”

Quindi è evidente che anche gli allevatori di cani da lavoro che rimangono sotto la FCI, con obiettivi diversi dalla selezione strettamente finalizzata al cane da lavoro, utilizzano, anche inconsapevolmente, il sangue proveniente da altri circuiti (NVBK e KNPV) per rendere più performanti i loro “puri” Malinois FCI.

Gli allevatori affiliati all’Independent Kennel Club invece dichiarano apertamente i loro cross (se fatti perché questa non è una regola generalizzata ma solo una possibilità che alcuni utilizzano) e che vengono riportati chiaramente sui nostri pedigree ufficiali, perché la serietà e la competenza tecnica sono le armi dell’IKC, perché, come affermiamo da sempre, le performance, l’addestrabilità, l’equilibrio, la potenza nel morso, l’agilità, la durezza fisica e mentale, la prey drive, ecc, vengono prima di un documento di carta o dei parametri meramente estetici.

“Quando mi porterai un pedigree di un terrier che messo davanti ad una tana di volpe entrerà risolutamente riuscendo a stanarla, io alleverò dei pedigree da lavoro e non più terrier da lavoro”

Questa frase mi è stata spesso ripetuta da un caro amico e maestro, allevatore di terrier da lavoro Daniele Piacentini, e mai parole più sagge furono dette in cinofilia, parole che si adattano perfettamente ad ogni razza da performance.

PER CONCLUDERE:

L’immissione di sangue esterno per migliorare una razza da lavoro, è una pratica selettiva antichissima, funzionale e che sostengo al 100%, ed i risultati ottenuti nei cani del circuito KNPV ne è una prova lampante.

Daniele Santoni

(presidente Independent Kennel Club Italia)

fonte: acamp.it

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